Il territorio


Un territorio ricco di storia
Il nostro territorio porta i segni della storia. 
Una lunga storia che ha visto diverse popolazioni calpestarne il suolo, lavorare, amare, soffrire, gioire e lasciare tracce di sé alle generazioni e ai popoli che sono venuti dopo. Gente che va, gente che arriva, come accade in tutto il mondo.

Il novarese mostra tracce di insediamenti fin dall'inizio della storia dell'uomo sul pianeta. Ci sono segni che arrivano dal Paleolitico e tracce consistenti della civiltà di Golasecca, soprattutto nella zona dei laghi.

Novara non c'era ancora, come entità insediativa, quando l'attuale Provincia era un territorio abitato da varie popolazioni stanziate nella zona dei laghi, alle pendici collinari nelle fertili pianure. 
Gli storici si interrogano e, qualche volta, si accapigliano su chi l'abbia fondata. Alcuni sostengono siano stati i Liguri, altri i Galli. I sostenitori della seconda tesi citano come prova, a dir loro inconfutabile, la possibile presenza di due termini gallici, "ar" e "var" che significano rispettivamente "sopra" e "acqua", nel nome stesso di Novara. Più probabilmente, come accade spesso, a costruire la città ci si sono messi in tanti e in epoche diverse. Ma anche il piacere della disputa, della polemica, della contraddizione e, qualche volta, della zuffa è una delle caratteristiche di questa terra ricca di sollecitazioni. Accade tra le persone, ma anche tra le popolazioni che vivono a pochi chilometri di distanza.

Un paio di secoli prima di Cristo Novara è già territorio romano. In quel periodo vengono costruititi templi, magistrature e collegi. Vie e strade nuove innervano il territorio della Provincia, ma non tutti sono così contenti e convinti come gli abitanti della pianura. Soprattutto nella zona dei laghi non mancano episodi di ribellione e dichiarata ostilità alle legioni dell'Urbe. Gli umori si invertono un po' con l'arrivo dei Longobardi che spostano l'asse del potere verso Nord, all'isola di San Giulio, fortificata dopo la conquista di tutto il novarese.

A mettere pace (si fa per dire) arrivano Carlo Magno e i suoi Franchi che, dopo aver occupato il territorio, cercano di tener conto delle varie realtà e lo suddividono in diversi "comitati".
Più tardi aggiungono al territorio della Provincia anche le zone di Lomello e della Lomellina, considerate naturale prosecuzione del novarese. Negli anni successivi il nostro territorio vede il fiorire di molti castelli e una accelerata fortificazione della città.

Nel periodo dei Comuni Novara finisce per scontare le lotte interne tra le famiglie più in vista che si contendono il potere cittadino. Anche le sue posizioni cambiano con il mutare dei rapporti interni. Alleata di Federico Barbarossa partecipa alla distruzione di Milano, ma poi cambia opinione ed entra a far parte della Lega Lombarda nella campagna contro l'imperatore tedesco. Zuffe e baruffe tra le famiglie locali non aiutano il futuro capoluogo di Provincia a consolidarsi, ma aprono i giochi ad altri e più determinati protagonisti.

La palla passa ai milanesi. Prima arrivano i Visconti e poi gli Sforza che coinvolgono il territorio anche negli scontri con i Marchesi del Monferrato. In questo quadro sul finire del Quattrocento, Novara subisce ben due assedi da parte dei francesi. Ormai legata al destino di Milano, la città e il suo territorio entrano a far parte dell'impero spagnolo e, successivamente, dell'Austria.

Il legame con la Lombardia si interrompe con la pace di Vienna del 1735 che regala Novara e il suo territorio al Regno di Sardegna. La parentesi napoleonica sembra aprire una nuova era con l'Istituzione di una sorta di autonomia amministrativa e la creazione del Dipartimento dell'Agogna, comprendente cinque distretti, ma dopo la sconfitta del sogno bonapartista, la Restaurazione riporta ai Savoia anche il nostro territorio.

Nel periodo risorgimentale Novara si trova a subire le devastazioni della battaglia della Bicocca il 23 marzo 1849, nella quale le truppe dell'esercito piemontese vengono sconfitte dalla truppe austriache del maresciallo Radetxky. Sempre in quel giorno Carlo Alberto sceglie una cascina di Vignale per abdicare in favore del  figlio Vittorio Emanuele II.

I novaresi, per la verità subiscono l'evento più che viverlo da protagonisti e le conseguenze del saccheggio successivo alla sconfitta dei piemontesi restano sempre nella memoria della città restano per sempre nella memoria della città. All'inizio del Novecento il territorio vive un periodo di grandi fermenti con il potenziamento delle comunicazioni viarie, soprattutto ferroviarie, i nuovi lavori di canalizzazione nella campagne e lo sviluppo dell'industria siderurgica e tessile.

A differenza di quanto accaduto per il Risorgimento, la Resistenza antifascista segna l'irrompere da protagonista della popolazione del novarese nella costruzione della sua storia.

Il resto è storia recente che stiamo ancora costruendo tutti insieme oggi......